Liberi pensieri

“Ma poi, che cos’è un nome?Forse che quella che noi chiamiamo rosa cesserebbe d’avere il suo profumo se la chiamassimo con un altro nome?” (Romeo e Giulietta di William Shakespeare.)
Quest’aforisma vuol racchiudere in sé tutte le imprecisioni o le differenti terminologie che leggerete di seguito, come tutte le arti formative anche la profumeria nasce da un processo di prove e tentativi che abbinati a una corretta conoscenza e un proprio stile, portano a ottenere grandiosi obiettivi “profumati” raggiunti da singoli uomini.
Ogni profumo, come ogni singola creazione artistica, differisce in maniera sostanziale con altri, anche se sono utilizzate le medesime materie prime, basti pensare alle note musicali che sono solo sette, ma unite ci regalano stili e suoni diversi, oppure al mondo della pittura che pur utilizzando i medesimi colori primari ogni singolo artista ci regala tonalità e sfumature diverse.
Ho sempre cercato di trasmettere concetti poco allineati e per niente ortodossi nei confronti di quello che la moda o la tendenza vuole imbrigliare in rigide regole. Mai come nella Profumeria, quella con la P maiuscola, l’imporre regole vorrebbe sminuire e ancor più falsificare lo scopo di ogni architettura olfattiva, creata e realizzata per evocarci emozioni, sensazioni, godimenti e talvolta anche ricordi spiacevoli. L’olfatto come nessun altro senso lavora direttamente e strettamente con il sistema limbico del cervello, che rappresenta la parte più atavica proprio quella che comanda le emozioni, i sentimenti e i ricordi. Basti pensare al fenomeno del “fantasma nella bottiglia”, talvolta si percepiscono profumazioni che immediatamente ci riportano a tempi già vissuti, tempi dimenticati ma latenti sospesi in quel limbo che rappresenta gran parte del nostro cervello, e così rivediamo chiudendo gli occhi vecchi amori e parenti che ormai ci hanno lasciato da tempo, riportandoci talvolta a odori e profumi percepiti nella nostra infanzia o nell’adolescenza.
Amo sempre dire che la buona profumeria non ha sesso ma solo pochi vincoli stagionali e di momento, e ognuno può incontrare un profumo che sia il suo esclusivo evocatore di piaceri.
Arte, pensiero, sentimenti……
Ma ormai, oggi, non è più così in quanto a seguito del mutamento delle condizioni economiche e culturali globali in cui viviamo sempre più aziende si affacciano a questo segmento di mercato che secondo i vecchi principi economici , tale segmento dovrebbe generare un’offerta mirata per una domanda stabile  con poca concorrenza, illudendosi di poter gestire con regole asettiche e artificiali qualcosa che appartiene al più profondo dell’essere umano.
Cosi come in altre arti nobili si tende a etichettare, in fondo noi occidentali siamo tutti figli di Linneo, le creazioni per creare un catalogo che possa rendere più fruibile e capibile ciò che stiamo prendendo in considerazione, cosi anche nella profumeria è nata l’esigenza di raggruppare le creazioni in famiglie principali denominate olfattive. Queste famiglie olfattive hanno lo scopo di riuscire a catalogare per affinità di componente o di costruzione delle composizioni odorose chiamate in genere PROFUMO.
Ieri, primi anni del secolo scorso si creo la famiglia olfattiva chipre, oggi, la famigli dei nostri tempi e quella gourmand picciona e massificante, per un prodotto che sicuramente incontra pochi ostacoli alla vendita.
Ma oggi tale esercizio ha lo scopo sempre più di pilotare e convenzionare l’offerta.
Come nel Fashion System si preannunciano colori e tessuti per creare una tendenza acuì tutti dovranno tender.
Così la profumeria vive momenti di tendenza, in cui alcuni singoli elementi o accordi più complessi imperano, questo secondo me rientra nella commissione di un “prodotto” non nella creazione di un’opera spontanea, diversa, unica e nata dall’ingegno dell’uomo.
Il naso(inteso anche come creatore di profumi che come i cuochi più blasonati ormai la cucina non la vedono più —ma il cuoco non deve stare in cucina? ) sempre più divo, sempre più celebrato e ormai talvolta così ricco di impegni e distrazioni che perde la sua vera e unica particolarità di lasciarci avvicinare dalle cose che ci ispirano e allontanarci dalle cose mediocri.
Ma il lato romantico?
A mio avviso si sta perdendo.
Solo poche aziende sono mosse dalla volontà di una ricerca o dalla più semplice e basilare necessità artistica, si perché di arte si parla.
Seguire una gentile cliente o un gentleman nella ricerca di una sua estensione della propria personalità, oggi diviene sempre più difficile perché si parla di oggettività del profumo e non di ogni singola soggettività dove ad ogni singolo individuo corrispondono sentimenti, ricordi e piaceri individuali.
Il seme della discussione sta il nelle uniche aspettative generate dai propri unici trascorsi che portano ogni singolo naso nella ricerca del proprio profumo.
Ma ciò talvolta è una ” chimera” perché non può esistere un singolo profumo per una donna o un’uomo.
Essi vivono con sensazioni e sentimenti, cambiamenti e obbiettivi che sono in continua evoluzione nel tempo le stagioni stesse si susseguono, veniamo continuamente bombardati da innovazioni e gli  stessi gusti non sono mai gli stessi si cambia continuamente, pertanto è logico che il mantenimento di un solo ed unico profumo per tutta la vita non è altro che la proiezione mentale della necessità dell’essere abitudinari nella ricerca delle certezze, ma che noia.
Essere certi che quello che si sceglie sia veramente ciò che cerchiamo, appare chiaro che possedere questa certezza sia difficile specialmente quanto abbiamo a che fare con il senso più primitivo direttamente collegato alla parte più atavica del nostro cervello, il senso a cui è fortemente legata la funzione di attenzione e di avvertimento per eventuali pericoli il primo a svegliarsi e l’ultimo a lasciarci .
Caro Paolo penso che la scelta di un profumo rappresenti, forse, tra i maggiori piacevoli sforzi cerebrali per l’insieme di sensi ed elementi messi in gioco .
Il primo in assoluto e il visivo ed il tattile che osserva ed tocca il contenitore , l’olfatto è il più importante che giudica la costruzione olfattiva.
Gli elementi quali il tempo, la stagione, la pelle dove ad ogni singolo individuo corrisponde una risultanza diversa in quanto la dieta, l’attività fisica ed il momento ormonale influiscono sul PH del tessuto epiteliale, il quale valorizzerà  più o meno le componenti della profumazione che si proverà.
I ricordi la stessa personalità lo stile di vita e le stesse preferenze influiscono sulla scelta, che dovrà essere la più attenta possibile per non caderere su un acquisto compulsivo.
“Ascoltare” i profumi ci permette di viaggiare, sognare e di rievocare momenti passati talvolta perduti o dimenticati.
Chiudendo gli occhi grazie ad una passeggiata, figurata, attraverso una selezione di profumi vivremo e sentiremo le interpretazioni che ci porteranno nella vecchia Londra o seduti ad un caffè parigino, o ci troveremo dentro ad una tragedia Shakespiriana , o immersi in campi di tuberose indiane, cosi come amo scherzare un viaggio intorno al mondo in 80 profumi.
Il poter assaporare il fenomeno chiamato “fantasma nella bottiglia”, rappresenta uno dei più bei e toccanti momenti evocativi che un essere umano possa mai provare. Il ricordo dei nonni, genitori fidanzate o fidanzati passati vengono riportati alla memoria grazie a questo principe degli evocatori quale è il profumo che grazie a questi ricordi a cui associamo emozioni ed esperienze riusciremo talvolta a rivivere momenti passati.
Tutto ciò lo si può ottenere solo ed esclusivamente con una ricerca su misura affrontando uno skill più approfondito per ottenere con certezza una scelta di un profumo che sia per un momento quotidiano o per un avvenimento speciale della propria vita. Come unici sostegni ai ricordi, talvolta, abbiamo solo  supporti audio o visivi quali filmini o fotografie, sarebbe giusto possedere fra i tesori personali più rari un’impronta olfattiva, scelta con discernimento ed attenzione, assicurandovi che sarà il ricordo sensoriale più persistente o una delle tante firme incondizionate del vostro essere.
Concludendo…
sono certo, che affrontare la scelta del proprio profumo deve essere  un’esperienza rilassante, piacevole e talvolta divertente, con una buona dose di calma, gli strumenti più adatti, dando la giusta considerazione perché a detta di molti illustri personaggi la profumeria è un’arte formativa, e nello stesso modo della musica e della pittura richiede talento, esperienza e moltissima passione.
Questo rappresentava una volta la nicchia posti in cui esisteva ancora un servizio, botteghe in cui si potevano trovare non le cose più vendute ma le cose più rare, selezioni che nascevano da discriminanti che tutelavano il nostro più importante tesoro… i nostri clienti.